15 Giu I segreti della wedding planner: Perché “perdo” tempo con le spose
Disclaimer: Oggi non riesco a fare la wedding planner pacata e tranquilla (vi ho dato l’assist per dire che non lo sono mai, argh!). Mi prude la vena polemica, e mi va di scrivere un post indirizzato alle mie colleghe.
La scintilla per questo post è stata una telefonata con una futura sposa che mi ha chiamato per chiedermi alcuni chiarimenti sui servizi del mio listino.
Niente di insolito insomma, ma per l’ennesima volta mi è capitato di sentirmi ringraziare con grande entusiasmo perché ho dedicato del tempo ad aiutarla a sciogliere i suoi dubbi: “Ho contattato altre wedding planner e mi hanno liquidata con poche parole, nessuna ha voluto darmi informazioni per telefono”.
Che cosa???
Un’altra reazione simile si verifica di frequente durante l’incontro conoscitivo gratuito, quello che faccio per conoscere le coppie prima di preparare il preventivo. Mi sono sentita dire più volte: “Nessuna delle tue colleghe mi ha dedicato tutto questo tempo e mi ha ascoltata così tanto”.
Come???
Ok, io ho sicuramente l’abitudine di perdere la cognizione del tempo quando sono con le spose, mi lascio coinvolgere dai loro progetti e sono sempre curiosa di saperne di più. Mi piace chiacchierare, parlare del mio lavoro e rispondere alle domande, questo è noto.
A parte questo a me sembra di comportarmi in maniera naturale: voglio conoscere le persone con cui dovrei lavorare, capire i loro desideri per preparare delle proposte mirate, capire se c’è feeling e se possiamo collaborare con reciproca soddisfazione. Mi piace che abbiano un’idea generale sui miei servizi per iniziare a fare le loro valutazioni, anche economiche, e se qualcosa non è chiaro sul mio sito e sul mio listino mi sembra il minimo aiutarle a capire.
A quanto pare non è naturale affatto, quindi mi chiedo, e VI chiedo, ma come funziona là fuori?
Le possibilità sono due: o io sono una mosca bianca che investe del tempo per conoscere le sue potenziali clienti senza avere la certezza che l’incarico si concretizzi, oppure qualcuna di voi sta sbagliando approccio.
Quindi dico a te, sì proprio a te, collega che ti lamenti perché non hai clienti e gli sposi ti contattano e poi spariscono. Non è che per caso ti riconosci nella descrizione di wedding planner che non parla né ascolta gli sposi prima della firma del contratto? Perché se è così sappi che queste chiacchiere preliminari non servono solo a loro, servono anche (soprattutto) a te.
Creare un rapporto con le spose prima:
1) Ti aiuta a capire cosa vogliono e a valutare l’incarico e la maniera migliore di aiutarle.
2) Ti permette di preparare un preventivo personalizzato (intendo davvero, non “su misura” tanto per dire).
3) Riduce il rischio di trovarti a lavorare con qualcuno che non ti piace e con cui non sei in sintonia.
4) Ti consente di spiegare il tuo metodo di lavoro, riducendo le incomprensioni.
Sì, è un investimento di tempo, hai tante cose da fare, le ore della giornata sono solo 24 e non ti bastano, bla bla… ma un’attività in proprio è fatta di investimenti, di rischi e anche di accordi che non si concludono. Ci avevi mai pensato?
So che il mito della wedding planner “che se la tira” e che non dà confidenza agli sposi prima dell’acconto è difficile da demolire, ma forse è il caso di cambiare approccio. Questo è uno dei motivi per cui ho ideato il percorso di mentoring per wedding planner: non riesco a credere che nel 2016 si usi ancora questo approccio preistorico alla professione, come se l’imprenditrice fosse in cima alla montagna e le clienti giù giù a valle.
Non era tua intenzione dare quest’idea di te? Beh, l’importante è averlo scoperto e correre ai ripari!
Se vuoi posso aiutarti a individuare questi errori e a trovare un modo di lavorare che migliori il tuo rapporto con le coppie e di conseguenza il tuo business. Contattami per saperne di più.
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A presto!
♥♥♥ Claudia
[la vostra amichevole wedding planner di quartiere]
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